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Fuoco Fuori Fuoco


Lorenzo Pingitore – Alessandro Vasapolli
Curata da \ Curated by Valerio Consonni
Inaugurazione Giovedì 30 Marzo Ore 18.30
Opening Thursday 30th March at 18.30
Esposizione dal 31 Marzo al 30 Giugno 2023
Exhibition from March 31st to June 30th 2023

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“Fuoco Fuori Fuoco”, mostra di Lorenzo Pingitore e Alessandro Vasapolli, in realtà due narrazioni deliberatamente dissimili, ha la caratteristica di evocare un surplus di significati e riflessioni.

Pingitore presenta immagini che immortalano ogni volta una grande sfera, dal diametro di 4.5 metri, immersa in ambienti e architetture sempre diversi, in luoghi noti e meno noti dell’Italia, nei quali ha documentato diverse categorie di paesaggio: dall’archeologico all’industriale, dal culturale al naturale, ma sempre realtà riferibili alla presenza della sfera e conseguentemente ad un originale intuizione dello spazio.
Secondo la tradizione ermetica la sfera è simbolo del cosmo e della creazione manifesta, corpo a simmetria spaziale perfetta. Gli antichi Greci la consideravano divina, una forma di sacralità. Senofonte sostituì gli dei del vecchio Olimpo con una singola divinità sferica. Essa ha la superficie più piccola a parità di volume rispetto agli altri solidi.
Ecco che in Pingitore, architetto e fotografo, ogni paesaggio instaura una relazione dialogica con il solido, esaltando la capacità dello stesso di alterare la percezione dell’ambiente. Questi soggetti, seppur immobili, creano in ogni fotografia un unico insieme dinamico, ma al contempo ipnotico, come magato, che strega l’occhio dell’osservatore. L’autore sembra suggerire che complessità e cambiamenti del mondo fisico sono illusori, mentre afferma l’unicità e l’immutabilità dell’Essere, la sfera. L’uomo trasforma i luoghi con la sua presenza e non viceversa. La natura umana resta ferma, statica come la sfera, un’universo di costruzione unitaria e perfetta. Attorno alla sfera è apparso un arcobaleno letterario, filosofico e psicologico, ispirando molteplici letture. Essa è qualcosa di visivamente perfetto ma anche comprensibile matematicamente, governato da proporzioni ferree e chiare, mentre la natura o un ambiente architettonico, dedali di infiniti rapporti matematici e geometrici, è un troppo, un immensurabile che sembra travasare in un apparente caos.
La sfera è lì collocata per poterci spronare ad una lettura geometrica-matematica del cosmo? Esperire una diversa percezione? Un invito ad una visione platonica di una realtà costituita da poliedri ? Giungere ad una fantasia sensibile esatta ?

L’arte fotografica di Vasapolli nasce da quella particolare fascinazione che chiamiamo “bello”! Ma non è estetizzazione superficiale. Astrae, potenzia, armonizza colori e forme, crea un ritmo, coordina energia e struttura e da loro quel carattere universale che chiamiamo “equilibrio”: una correlazione di forze tra percezione sensoriale e significati.
La ricerca dell’autore unisce arte e riflessione, immaginazione e realtà, spazi e corpi, in un tentativo di dare espressione e corpo visivo a un qualcosa di misterioso che sfugge alla parola.
Le sue immagini, parti visibili e parziali di una realtà invisibile e immensa, diventano espressioni di una forza poetica sussurrata attraverso leggerezza di forme e soavità dei colori. Le atmosfere sono indefinite quasi un luogo iniziatico. Le figure emergono da uno sfondo che pare infinito. Sfondi che lo stesso Vasapolli dipinge su grandi tele.
Arte come proiezione dell’anima: immagini materiche di sentimenti, solitudine, infinito.
L’ autore sviluppa negli anni una sua personale e peculiare tecnica fotografica: crea un algoritmo il quale fa si che i colori originali dello scatto siano radicalmente diversi da quelli che percepiamo nella realtà, senza intervenire in modo artificiale sulla foto in post-produzione, e sviluppa dei filtri ottici dagli effetti particolari. Fotografa una realtà diversa da come ci appare. La tecnica di Vasapolli è una specie di senso maggiorato, un ulteriore struttura appaiata a quella dei nostri sensi e che opera all’unisono. Essendo un processo particolare di mediazione fra il fenomeno e la presa di coscienza di quel fenomeno, crea un effetto “psichedelico” sulla visione.
Ecco dunque un linguaggio matematico che si trasforma in opera d’arte dove si sono incontrati e a loro modo uniti, cuore e ragione. Ogni opera è frutto di un complesso lavoro tecnico elettronico e artigianale, un sapere poliedrico e trasversale. Vasapolli unisce una solida tecnica alla capacità di trovare una sintesi estrema, e operando contemporaneamente come fotografo, scenografo, costumista , va oltre un lavoro strettamente legato a specifiche aree di competenza.

Anche se apparentemente distanti le opere di Vasapolli e Pingitore vengono a collidere: una realtà che è per sua natura indefinibile, una ricerca destinata a fallire di continuo, costringendoci ad un costante monitoraggio del contesto dell’esistenza stessa, sempre in continuo, potenziale sviluppo e potenziale rinascita. Ciò che percepiamo non è la realtà, ma cò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. La selezione naturale ha favorito una percezione che ha avuto l’obiettivo di guidarci verso azioni utili, modellando i nostri sensi, non per conoscere le cose come sono ma per poterci tenere in vita e riprodurci. Gli oggetti che vediamo ogni giorno sono come delle semplici icone, che ci consentono di muoverci nel mondo con sicurezza e facilità, ma non ci dicono nulla su cosa ci sia davvero là fuori. I nostri occhi ci salvano la vita? Ma lo fanno mostrandoci la verità o nascondendola? Pingitore e Vasapolli ci suggeriscono di ripensare le nostre certezza sulla nostra capacità di vedere, e soprattutto a riconoscere che ciò che chiamiamo realtà è forse la più sofisticata ed evolutiva delle illusioni.

Dalla narrazione dei due autori si ricava un’altalena dello sguardo, si cedono le parti con gentilezza e forte espressività. E’ una dialettica artistica che si sfiora in modo pervasivo. In ambedue aleggia il mistero, non c’è soluzione, solo il piacere della riflessione. Come due specchi uno convesso e l’altro concavo rispecchiano il mistero di esistere. Per entrambi la fotografia diventa un esercizio anche di riflessione, un modo diverso ma non autoritario di percepire il mondo in una delle sue molteplici modalità.

“Fuoco Fuori Fuoco” is a joint exhibition by Lorenzo Pingitore and Alessandro Vasapolli, in reality two deliberately dissimilar narratives, which has the characteristic of evoking a surplus of meanings and reflections.

Pingitore presents images that immortalize a large sphere, with a diameter of 4.5 meters, immersed in different environments and architectures, in well-known and lesser-known places in Italy, where he has documented different categories of landscape: from archaeological to industrial, from cultural to natural, but always realities related to the presence of the sphere and consequently to an original intuition of space.
According to the hermetic tradition, the sphere is a symbol of the cosmos and manifest creation, a body with perfect spatial symmetry. The ancient Greeks considered it divine, a form of sacredness. Xenophon replaced the gods of the old Olympus with a single spherical deity. It has the smallest surface area for a given volume compared to other solids.
Thus, in Pingitore’s work, every landscape establishes a dialogic relationship with the solid, highlighting its ability to alter the perception of the environment. These subjects, although immobile, create a unique dynamic, yet hypnotic, whole in each photograph, like a spell that enchants the observer. The author seems to suggest that the complexity and changes of the physical world are illusory, while affirming the uniqueness and immutability of Being, the sphere. Man transforms places with his presence and not the other way around. Human nature remains still, static like the sphere, a universe of unified and perfect construction. Around the sphere, a literary, philosophical, and psychological rainbow has appeared, inspiring multiple readings. It is something visually perfect but also mathematically understandable, governed by iron and clear proportions, while nature or an architectural environment, mazes of infinite mathematical and geometric relationships, is too much, immeasurable, and seems to overflow into an apparent chaos.
Does the sphere placed there spur us on to a geometric-mathematical reading of the cosmos? To experience a different perception? An invitation to a Platonic vision of a reality constituted by polyhedra? To arrive at an exact sensible fantasy?

Vasapolli’s photographic art arises from that particular fascination we call “beauty”! But it is not superficial aestheticization. He abstracts, enhances, harmonizes colors and shapes, creates a rhythm, coordinates energy and structure, and from them that universal character we call “balance”: a correlation of forces between sensory perception and meanings.
The author’s research combines art and reflection, imagination and reality, spaces and bodies, in an attempt to give expression and visual form to something mysterious that escapes words. His images, visible and partial parts of an invisible and immense reality, become expressions of a poetic force whispered through the lightness of forms and the softness of colors. The atmospheres are indefinite, almost an initiatory place. The figures emerge from a background that seems infinite. Backgrounds that Vasapolli himself paints on large canvases.
Art as a projection of the soul: material images of feelings, loneliness, infinity.
Over the years, the author has developed his own personal and peculiar photographic technique: he creates an algorithm that makes the original colors of the shot radically different from those we perceive in reality, without artificially intervening in post-production, and develops optical filters with particular effects. He photographs a reality different from how it appears to us. Vasapolli’s technique is a kind of heightened sense, an additional structure paired with that of our senses and operating in unison. Being a particular process of mediation between the phenomenon and the awareness of that phenomenon, it creates a “psychedelic” effect on vision.
So here is a mathematical language that transforms into a work of art, where heart and reason meet and unite in their own way. Each work is the result of complex technical, electronic, and artisanal work, a multidisciplinary and cross-cutting knowledge. Vasapolli combines solid technique with the ability to find an extreme synthesis, and by simultaneously working as a photographer, set designer, and costume designer, goes beyond a strictly defined area of expertise.

Although apparently distant, the works of Vasapolli and Pingitore collide: a reality that is by nature indefinable, a search destined to continually fail, forcing us to constantly monitor the context of existence itself, always in continuous potential development and potential rebirth. What we perceive is not reality, but what we need to survive. Natural selection has favored a perception that has had the goal of guiding us towards useful actions, shaping our senses, not to know things as they are but to keep us alive and reproduce. The objects we see every day are like simple icons that allow us to move through the world safely and easily, but they tell us nothing about what is really out there. Do our eyes save our lives? But do they do so by showing us the truth or by hiding it? Pingitore and Vasapolli suggest that we rethink our certainties about our ability to see, and above all to recognize that what we call reality is perhaps the most sophisticated and evolutionary of illusions.

From the narration of the two authors, an oscillation of the gaze is derived, the parts are surrendered with gentleness and strong expressiveness. It is an artistic dialectic that pervades in a pervasive way. In both, there is a sense of mystery, there is no solution, only the pleasure of reflection. Like two mirrors, one convex and the other concave, they reflect the mystery of existence. For both, photography becomes an exercise in reflection, a different but not authoritarian way of perceiving the world in one of its multiple modes.

Installation View

Artworks

Early Works – Serpentina
Alessandro Vasapolli

Early Works – Psidiums
Alessandro Vasapolli

DéVoilées – Elysia
Alessandro Vasapolli

DéVoilées – Simnia
Alessandro Vasapolli

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